Domande e Risposte sui Terremoti in Centro Italia

Fin dai terremoti del 2012 in Emilia-Romgana la diffusione di informazioni imprecise ha fatto generare le così dette “bufale”. Abbiamo quindi pensato potesse essere utile riepilogare le domande riguardo i terremoti in centro Italia e il lavoro dei volontari di Protezione Civile, che spesso ci vengono poste, accompagnate da risposte scientifiche e/o ufficiali.
Eccole:

Che cos’è il terremoto?

Le rocce che formano la crosta terrestre subiscono continuamente giganteschi sforzi, che sono il risultato di lenti movimenti tra le grandi placche in cui è suddiviso lo strato più superficiale della Terra.

figura04_faq

Quando gli sforzi superano il limite di resistenza delle rocce, queste si rompono all’improvviso liberando energia che si propaga, sotto forma di onde sismiche, dall’ipocentro in tutte le direzioni, generando il terremoto.

figura06_faq

Qualche volta la frattura che genera il terremoto, chiamata faglia, è visibile in superficie e forma la scarpata di faglia, una deformazione permanente che è l’effetto del processo avvenuto in profondità.

figura01_faq

(Fonte INGV Terremoti)

 

Quale Magnitudo?

I sismologi indicano la dimensione di un terremoto in unità di magnitudo. Sono molti e diversi tra loro i modi con cui la magnitudo è misurata a partire dai sismogrammi perché ogni metodo funziona solo su un intervallo limitato di magnitudo e di distanze epicentrali, oltre che con differenti tipi di sismometri. Alcuni metodi sono basati su onde di volume (che viaggiano in profondità all’interno della struttura della Terra), alcuni basati su onde superficiali (che viaggiano soprattutto lungo gli strati superficiali della Terra) e alcuni basati su metodologie completamente diverse. Tuttavia, tutti i metodi sono progettati per raccordarsi ben oltre l’intervallo di magnitudo dove sono affidabili. Valori preliminari di magnitudo, basati su dati incompleti ma disponibili già dopo poche decine di secondi dal terremoto vengono comunicati al Dipartimento della Protezione Civile e riportati su web. Tali valori preliminari di magnitudo, che possono differire dalla magnitudo definitiva anche notevolmente (circa 0.5), sono sufficienti per scopi di protezione civile e sono sostituiti da stime più accurate di magnitudo non appena altri dati sono disponibili. Nella maggior parte dei casi, la prima stima della magnitudo fornita dalla Sala Simica dell’INGV di Roma è la magnitudo Richter o magnitudo locale ML. Per eventi di magnitudo maggiore di circa 3.5, se ci sono dati disponibili, si calcola il meccanismo focale con la tecnica del Time Domain Moment Tensor (TDMT, http://cnt.rm.ingv.it/tdmt) e si ottiene anche la Magnitudo Momento MW. (Fonte INGV Terremoti)

 

È possibile Prevedere i terremoti?

Cosa vuol dire in questo caso la parola “prevedere”? Si vuole qui intendere anno, mese, ora, luogo e magnitudo di una futura scossa di terremoto? In tal caso, gli americani, ad esempio, userebbero il termine “prediction”. Il termine “forecast”  indica invece una previsione approssimativa che ci dice intervalli di tempo, di spazio e di magnitudo entro i quali si può verificare con maggiore probabilità della media un evento sismico. Val la pena di fare questa premessa perchè possiamo ora rispondere alla domanda. La risposta è no, quando intendiamo previsioni del primo tipo. La risposta non può essere un “no” deciso nel secondo caso. Numerosi sono i precursori sismici, ossia  quelle anomalie di alcuni parametri geofisici, osservate prima di alcuni terremoti.  Un esempio di anomalia  potrebbe essere una quiescenza sismica ovvero l’assenza di terremoti per un determinato periodo di tempo in un’ area considerata sismica. Studi per l’identificazione di precursori sismici sono condotti anche in Italia, grazie alla collaborazione con esperti di altri paesi dove questo tipo di metodologia è già collaudata. Si tratta comunque di previsioni approssimative che non possono essere utilizzate per dare un allarme alla popolazione. Altri esempi di precursori sismici sono la variazione inconsueta della velocità delle onde sismiche, variazioni nel contenuto di gas radon nelle acque di pozzi profondi, mutamenti nel livello delle acque di fiumi e di laghi, movimenti crostali. Oltre ai fenomeni cosiddetti precursori è anche possibile attraverso l’individuazione delle aree sismogenetiche, lo studio della loro sismicità storica e recente, dell’assetto tettonico e geologico, definire la pericolosità sismica del territorio in base alla quale adottare adeguate misure di prevenzione che possano ridurre gli effetti dei terremoti. (Fonte INGV Terremoti)

 

È vero che è stata abbassata la magnitudo per non pagare i risarcimenti dei danni provocati dai terremoti?

Il valore della magnitudo NON è mai stato utilizzato per il risarcimento dei danni prodotti dai terremoti; per questo scopo in passato sono stati invece utilizzati (generalmente solo come riferimento iniziale per delimitare l’area del danneggiamento) i valori di intensità calcolata sulla base della scala Mercalli (in realtà scala Mercalli-Cancani-Sieberg). L’intensità è una misura “empirica” che classifica e quantifica gli effetti prodotti da un terremoto, e non va confusa con la magnitudo, parametro fisico che invece misura l’energia rilasciata dall’evento sismico. (Fonte materiale divulgazione Io non Rischio 2016, Dipartimento protezione Civile)

 

Qual è la stima della magnitudo del terremoto del 24 agosto?

Il valore di magnitudo calcolato dall’INGV è 6.0 ± 0.3. Come qualsiasi parametro fisico, la stima della magnitudo è affetta da un certo grado di incertezza. Le stime fornite dall’INGV, dall’USGS e da altre agenzie internazionali rientrano in questo intervallo di variabilità attesa. Per stimare la magnitudo, semplificando un po’, vengono utilizzati sia i dati strumentali che i parametri del modello crostale di riferimento, che possono differire contribuendo all’incertezza della stima. L’INGV usa un modello delle velocità crostali calibrato proprio per l’Italia centrale e i dati della Rete Sismica Nazionale italiana (gestita dallo stesso INGV), che ha una densità di stazioni sismiche sul territorio nazionale maggiore di quella delle stazioni utilizzate dalle altre agenzie internazionali; queste, inoltre, utilizzano modelli di velocità su scala globale, non regionale. Anche l’INGV, utilizzando i modelli globali ed un’altra tecnica di analisi dei dati (RCMT) ottiene un valore di magnitudo pari a 6.2, come quello delle agenzia sismologiche internazionali. Esistono, inoltre, diversi tipi e metodi di stima delle magnitudo (magnitudo locale o Richter, magnitudo momento, magnitudo dalle onde superficiali e di volume, magnitudo durata…). Queste vengono utilizzate a seconda del tipo di strumentazione che ha registrato le onde sismiche rilasciate dal terremoto e della distanza tra le stazioni e l’epicentro (scala locale, regionale o globale). Per il medesimo evento sismico forniscono valori che possono essere differenti tra loro (è come misurare una lunghezza in centimetri e in pollici: i valori saranno diversi ma definiscono la stesso parametro, cioè la stessa lunghezza), anche se di norma rientrano all’interno delle incertezze di ciascuna stima. (Fonte materiale divulgazione Io non Rischio 2016, Dipartimento protezione Civile)

 

Che magnitudo ha avuto il terremoto del 30 Ottobre 2016?

Il terremoto del 30 ottobre alle 7.40, ha avuto magnitudo Richter 6.1 e magnitudo momento Mw 6.5. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) utilizza entrambe le magnitudo: la magnitudo Richter, definita anche magnitudo locale ML, perché è molto rapida da calcolare ed è abbastanza affidabile per i terremoti fino a magnitudo 6; la magnitudo momento Mw, perché fornisce una stima più accurata dell’energia rilasciata dal terremoto e, in particolare, per quelli più forti. La magnitudo Richter ML si calcola in pochissimi minuti e si comunica al Dipartimento della Protezione Civile dopo 2 minuti e alla popolazione tramite web e social media entro 30 minuti (in media dopo 12 minuti). I valori preliminari di magnitudo, basati su dati incompleti ma disponibili già dopo pochi minuti dal terremoto, possono differire dalla magnitudo definitiva (fino a circa 0.5), ma sono indispensabili per scopi di protezione civile. Nei minuti successivi vengono aggiornati con stime più accurate non appena sono disponibili nuovi dati. (Fonte INGV Terremoti). Per maggiore approfondimenti sulla magnitudo del terremoto del 30 ottobre visitate il sito dell’INGV

 

Che fine faranno i soldi donati attraverso l’SMS solidale 45500 o il conto corrente bancario aperto dal Dipartimento?

La cifra devoluta attraverso l’SMS solidale e il conto corrente bancario è destinata interamente ai territori colpiti dal terremoto. Infatti, nel decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 3903/2014 di approvazione del protocollo di intesa per l’attivazione e la diffusione di numeri solidali per la raccolta di fondi da destinare alle popolazioni colpite da calamità naturali, è previsto che le risorse provenienti dalla raccolta dei fondi siano interamente destinate ai Soggetti individuati dalla delibera dello stato di emergenza o dalle successive OCDPC, dalle Regioni interessate dall’evento, ovvero ad altri soggetti ordinariamente competenti al superamento dell’emergenza. Quando si chiuderà la campagna di raccolta fondi si procederà all’istituzione di un Comitato dei Garanti, composto da persone di riconosciuta e indiscussa moralità e indipendenza, nominati con un decreto del CD d’intesa con i Presidente delle Regioni coinvolte, con il compito di valutare le proposte delle Regioni per l’utilizzo dei fondi e di garantire la trasparenza nella gestione delle risorse stesse autorizzando il trasferimento delle risorse alle Regioni sulla base della realizzazione dei progetti. Nel protocollo di intesa si dice inoltre che i soggetti coinvolti nella raccolta di fondi, senza fini di lucro, sono gli operatori della telefonia. Quindi gli operatori verseranno il totale delle somme raccolte a un conto infruttifero aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato in favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sul sito del Dipartimento sono pubblicati il decreto di approvazione e il protocollo di intesa (Fonte materiale divulgazione Io non Rischio 2016, Dipartimento protezione Civile)

 

Ho raccolto vestiti e altri generi di prima necessità e mi piacerebbe donarli a chi si trova in un’area di accoglienza per il terremoto. Come devo fare?

Grazie per il tuo impegno e la tua disponibilità. In questa fase però il Dipartimento della Protezione Civile, d’intesa con le Regioni, i Comuni e con le Organizzazioni di volontariato, ha chiesto uno stop alle donazioni. La generosità dimostrata sinora ha permesso, infatti, di raccogliere grandissime quantità di vestiti, giocattoli, cibo e, in genere, beni di prima necessità. Al contempo l’arrivo continuo di materiali continua a impegnare molti operatori, tra cui volontari, nelle attività di verifica e smistamento di tutte queste offerte, che spesso non incontrano le specifiche esigenze della popolazione colpita (Fonte materiale divulgazione Io non Rischio 2016, Dipartimento protezione Civile)

 

Posso partire e andare in Centro Italia ad aiutare le persone colpite dal terremoto?

Chi vuole veramente aiutare NON SI DEVE ASSOLUTAMENTE RECARE NELLE ZONE COLPITE perché la viabilità è difficoltosa e le forze di soccorso non devono essere ostacolate.
Il modo migliore per rendersi utile è collaborare con le associazioni di volontariato locali che seguono le indicazioni del dipartimento nazionale e iscriversi per cominciare il percorso formativo previsto per legge. Durante le emergenze possono infatti INTERVENIRE SOLO I VOLONTARI ISCRITTI alle associazioni di volontariato di Protezione Civile che abbiano sostenuto i CORSI predisposti dalle regioni. Per maggiori informazioni e per iscriversi ai Volontari della Protezione Civile di Calderara visita la pagina sul nostro sito “Vieni con noi(fonte Volontari Protezione Civile Calderara)

 

Ho deciso di iscrivermi alla Protezione Civile per aiutare le popolazioni nelle zone terremotate? Quali saranno i miei compiti?

I volontari iscritti alle associazioni di Protezione Civile che abbiano seguito l’apposito corso previsto dalla Regione, possono dare la disponibilità e in caso di emergenza essere chiamati a collaborare all’allestimento e al mantenimento dei campi di accoglienza gestiti dalla Protezione Civile nella aree terremotate. I volontari quindi non intervengono mai nelle così dette “zone rosse” o aree pericolose nelle quali opera esclusivamente il personale formato. A seconda delle disponibilità, delle necessità e delle competenze professionali dei volontari, i coordinamenti provinciali e regionali di volontariato delle Protezione Civile organizzano le squadre che si occupano di tutti gli aspetti di gestione del campo (logistica, allestimento, segreteria, amministrazione, cucina, pulizia, magazzino, smontaggio) stabilendo dei turni a rotazione tra squadre e organizzazioni volontarie locali. (fonte Volontari Protezione Civile Calderara)

 

Sono stato chiamato per prestare servizio in un campo di accoglienza nelle zone del terremoto. Devo prendere dei giorni di ferie dal lavoro?

Sebbene l’opera del volontariato sia assolutamente gratuita, il legislatore ha provveduto a tutelare i volontari lavoratori che, in caso di impiego nelle attività di Protezione civile a seguito della dichiarazione dell’esistenza di eccezionale calamità o avversità atmosferica, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri “straordinari” (dall’attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l’emergenza, fino all’attuazione degli interventi necessari per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite da eventi calamitosi), nonché a seguito dell’impiego in attività di pianificazione, soccorso, simulazione, emergenza e formazione teorico-pratica, anche svolte all’estero, hanno diritto al mantenimento del posto di lavoro, al trattamento economico e previdenziale da parte del datore di lavoro pubblico o privato, nonché alla copertura assicurativaAi datori di lavoro pubblici o privati, dei volontari che ne facciano richiesta, viene rimborsato l’equivalente degli emolumenti versati al lavoratore legittimamente impiegato come volontario, secondo quanto disciplinato dall’articolo 9 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 194/2001. Ai fini dell’ottenimento del rimborso, il datore di lavoro è tenuto a presentare istanza alla Protezione civile della Regione. La richiesta deve indicare analiticamente la qualifica professionale del dipendente, la retribuzione oraria o giornaliera spettantegli, le giornate di assenza dal lavoro e l’evento cui si riferisce il rimborso, nonché le mo-dalità di accreditamento del rimborso richiesto. (Per informazioni più esaustive visionare il sito del Dipartimento Protezione Civile).